Salvate il soldato Tommy...
16-02-2022 21:51 - LO SGONFIA PALLONI rubrica a cura di Renzo Berti
I cigni neri della Bm8 sono sempre gli stessi. E vestono le maglie del Cerqueto. Giocatori tosti, che non si crucciano nello spedir la palla sino al limitare della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia. Squadra monolite, che merita i Parioli della classifica, pur non concedendo nulla allo spettacolo. Talmente stereotipati da non poter essere più neppure considerati cigni neri; animali la cui caratteristica è cogliere di sorpresa. Quelli della Bm8 sono prevedibili, al contrario, quanto i compleanni ma molto più frequenti. Ci sia Raggi, o qualcun altro con “zeru tituli” nel calcio professionistico, e decisamente meno luccicante per fama o fortuna, di inciampi come quello di domenica, la Spoleto Bm8 sin qui ne ha incontrati parecchi lungo la sua strada. Anzi, di cigni neri come il Cerqueto, l’edizione Raggi della squadra biancorossa sembra particolarmente soggetta ad attraversarne stormi interi. E, quel che è peggio, senza mai imparare dai propri errori. Tornando ad infilarsi nelle acque stagnanti. Quelle in cui si è impantanato al limite dell’area avversaria Tomassoni. Giocando spalle alla porta, il “marine” Tommy, con la zazzera stile soldato Ryan, è sembrato un’anima in pena alla perenne ricerca di un pallone giocabile. E non si può sempre sperare nel “Tiraggiro” del più grande talento naturale che abbia vestito la maglia biancorossa, o in qualche sua punizione dal limite con il marchio “dop”, per tentare quella rimonta quasi impossibile mano a mano che scorre il calendario. Per quanto bellino, sporco e cattivo, il Cerqueto era troppo distante per valori e mezzi dalla Spoleto Bm8. Che pure, nei due scontri diretti, ha rimediato due sconfitte, quattro gol e non è riuscita a segnarne neppure uno. Con Paci arretrato a ripulire la sorgente del gioco, Vinha a tracciare la fascia sinistra e Troka a cercare di cambiare la geografia del campo. Il fatto è che per battere un’ottima squadra di Prima categoria, la Bm8 ha dovuto razionalizzarsi. Laddove avrebbe dovuto imporsi di forza, di tecnica e di volontà. Senza aspettare di pentirsi della propria ignavia. Più che nei suoi limiti tattici, che quando si tratta di imporre il proprio gioco vengono inesorabilmente a galla, probabilmente il male della Bm8 è la costante paura di non essere all’altezza, pur avendo un pedigrèe tecnico di prima grandezza. L’ansia che ghiaccia il petto ai giocatori quando si avvicina la palla. I ragazzi di Raggi sbagliano quello che altri fanno d’istinto. C’è questo legame arcano che unisce i problemi caratteriali della squadra a quelli tecnici. Non è completo il lavoro di Raggi nel primo senso e non è completo quello della società nel secondo. Per cominciare, quel centrocampista di qualità in più che avrebbe aggiunto ordine e disciplina alla costruzione della manovra, non sarebbe stata una spesa voluttuaria, bensì un bisogno primario. L’unica nota che alimenta la fiamma della speranza è che, nel frattempo, vanno ad illuminarsi a vicenda Polzoni e Tomassoni. Qualche cigno nero sono in grado di metterlo in fuga anche da soli. Ma, caro mister Raggi, ascolti i tifosi e noi con loro: “Salvi il soldato Tommy!”.
Fonte: Renzo Berti
