SPOLETO BM8, LO SPETTACOLO E' DE FLAVIA
06-12-2021 20:52 - LO SGONFIA PALLONI rubrica a cura di Renzo Berti
La fortuna è cieca, ma la zona play off s'intravede ad un
solo punto: è un'idea, una tentazione. Anzi, una
possibilità. Che, domenica, si è infranta su quella diga
umana di nome Memay, il quale sta alla Prima categoria
come Koulibaly sta alla serie A. Il progetto, comunque,
va avanti. E' un sogno che, in tredici partite, è stato
costruito con pazienza da Raggi. E perché non diventi né
ossessione e né rimpianto in questi dieci giorni in cui
s'è spalancata la finestra di mercato, la Spoleto Bm8
deve starsene sveglia, fingendo disinteresse però
muovendosi nell'ombra riflettendo sui tanti infortuni che
hanno accompagnato questa prima parte del campionato. E,
ricapitolando, un difensore, un centrocampista e semmai
anche un esterno basso, farebbero comodo, eccome.
L'agenda del consulente di mercato, Alberto Del Frate è
folta di nomi come la lista dei Gennaro Esposito di
origini partenopee.
LA SORPRESA - Da tanto tempo non sorrideva, ammiccando ai
tifosi, ringraziando i compagni, allargando le braccia. O
meglio: aveva festeggiato anche nell'esilio forzato di
Castel San Felice dalla panchina. Ma, via, non è proprio
la stessa cosa. Emanuele De Flavia, appena 17 anni, s'è
ritrovato con i riflettori puntati addosso per quel gol
con cui la Spoleto Bm8 è andata in momentaneo vantaggio,
sul campo della Nuova Gualdo Bastardo, a Marcellano.
Mister Francesco Raggi lo considera una sorta di
portafortuna. Da quando lo porta in panchina, infatti, i
biancorossi hanno sempre ottenuto un risultato positivo.
SEPARATI ALLA NASCITA - E' un po' il gemello italiano di
Vinha, per quelle movenze che sprigionano “saudade, le
quali lo portano a spaziare da una parte all'altra del
centrocampo. Emanuele ha dovuto pazientare. A costo di
alimentare dubbi sul futuro. Ma, dopo qualche panchina
che comunque non aveva minato le sue certezze, ha
ritrovato il gusto di sentire addosso gli applausi e gli
abbracci dei compagni. Non solo per il primo gol in
campionato, che è sembrato uscito dal pennello del
Sassetta. Ma anche per la leggerezza che ha saputo
trasmettere sul campo. La Nuova Gualdo Bastardo, a caccia
di punti pesanti, non è stata certo l'avversaria ideale
per mostrarsi in vetrina. Ma da qualche parte bisogna
pure cominciare, no? Negli spogliatoi, ancora sudato, gli
occhi brillavano d'una leggerezza che lo rendevano simile
al fanciullino di pascoliana memoria. Per lui solo
complimenti. E pacche sulle spalle. Il ragazzino, però,
va lasciato crescere. Senza caricarlo di aspettative
solo punto: è un'idea, una tentazione. Anzi, una
possibilità. Che, domenica, si è infranta su quella diga
umana di nome Memay, il quale sta alla Prima categoria
come Koulibaly sta alla serie A. Il progetto, comunque,
va avanti. E' un sogno che, in tredici partite, è stato
costruito con pazienza da Raggi. E perché non diventi né
ossessione e né rimpianto in questi dieci giorni in cui
s'è spalancata la finestra di mercato, la Spoleto Bm8
deve starsene sveglia, fingendo disinteresse però
muovendosi nell'ombra riflettendo sui tanti infortuni che
hanno accompagnato questa prima parte del campionato. E,
ricapitolando, un difensore, un centrocampista e semmai
anche un esterno basso, farebbero comodo, eccome.
L'agenda del consulente di mercato, Alberto Del Frate è
folta di nomi come la lista dei Gennaro Esposito di
origini partenopee.
LA SORPRESA - Da tanto tempo non sorrideva, ammiccando ai
tifosi, ringraziando i compagni, allargando le braccia. O
meglio: aveva festeggiato anche nell'esilio forzato di
Castel San Felice dalla panchina. Ma, via, non è proprio
la stessa cosa. Emanuele De Flavia, appena 17 anni, s'è
ritrovato con i riflettori puntati addosso per quel gol
con cui la Spoleto Bm8 è andata in momentaneo vantaggio,
sul campo della Nuova Gualdo Bastardo, a Marcellano.
Mister Francesco Raggi lo considera una sorta di
portafortuna. Da quando lo porta in panchina, infatti, i
biancorossi hanno sempre ottenuto un risultato positivo.
SEPARATI ALLA NASCITA - E' un po' il gemello italiano di
Vinha, per quelle movenze che sprigionano “saudade, le
quali lo portano a spaziare da una parte all'altra del
centrocampo. Emanuele ha dovuto pazientare. A costo di
alimentare dubbi sul futuro. Ma, dopo qualche panchina
che comunque non aveva minato le sue certezze, ha
ritrovato il gusto di sentire addosso gli applausi e gli
abbracci dei compagni. Non solo per il primo gol in
campionato, che è sembrato uscito dal pennello del
Sassetta. Ma anche per la leggerezza che ha saputo
trasmettere sul campo. La Nuova Gualdo Bastardo, a caccia
di punti pesanti, non è stata certo l'avversaria ideale
per mostrarsi in vetrina. Ma da qualche parte bisogna
pure cominciare, no? Negli spogliatoi, ancora sudato, gli
occhi brillavano d'una leggerezza che lo rendevano simile
al fanciullino di pascoliana memoria. Per lui solo
complimenti. E pacche sulle spalle. Il ragazzino, però,
va lasciato crescere. Senza caricarlo di aspettative
Fonte: Renzo Berti
