Vittorio Montesi, un papà vestito da Diggì
09-02-2022 14:45 - LO SGONFIA PALLONI rubrica a cura di Renzo Berti
Mettendosi la divisa da direttore generale della Spoleto Bm8, o semmai da Ceo che adesso fa più chic, Vittorio Montesi ora si divide tra il Tribunale ed il campo sportivo del “Santi” a Sant'Anatolia di Narco. In una città calcisticamente anestetizzata, delusa e disillusa, e per certi tratti anche furente per essere uscita senza colpo ferire all'ultimo giro di roulette dall'elite del calcio regionale, c'era comunque il rischio di perdersi. Intorno, tra le macerie, ciò che ha trovato è stata l'eco dolente del sospetto, il retro pensiero scomposto per chissà quale macchinazione, e una tifoseria travolta dalla disaffezione. Per ricominciare, Montesi ha iniziato a fare largo uso della propria capacità dialettica, d'un linguaggio diretto e frontale incapace di spargere dubbi, ma pronto a trasmettere le proprie certezze. Fossero anche racchiuse in sensazioni o frasi ad effetto. “Io di questa squadra sono innamorato perché mi rassomiglia – confida Montesi -. Qui, c'è la mia storia sportiva, quella di mio figlio Federico e dei tanti amici che giocavano insieme a lui e che sono rimasti per amore della maglia: dapprima con la M8 e poi con la società che è nata dalla fusione con la Bacigalupo del compianto Gianfranco Scardabozzi. Per me questi sette anni sono stati un autentico tour dell'anima: mi sono accostato al calcio grazie all'Atletico Spoleto come semplice genitore che nel 2014 seguiva le partite di suo figlio. Poi, mi è stato chiesto di dare una mano ed eccomi qua”.
Il destino, nel caso di Montesi, è stato tutt'altro che canaglia. Marco Sivori, memoria storica della società, riassume così il percorso che ha fatto questo gruppo di dirigenti che sono diventati amici, e non per caso, perché credono tutti nello stesso progetto.
“Da acerrimi “nemici”, la crescente crisi dovuta alla mancanza di dirigenti e forza lavoro per la M8 e di risorse economiche per l'Atletico Spoleto, fecero si che nel 2014 ci mettessimo insieme, con una fusione che definirei “impropria” dato che abbiamo mantenuto il nome M8 per Marco e Tommaso Montioni - ricorda Sivori -. La cosa ci è dispiaciuta un po', dato che nessuno ricorda più l'Atletico Spoleto. Ma, senza l'Atletico, ora non esisterebbe più neppure la BM8 perché entrambe saremmo sparite nel 2014”.
A VOI – Matteo Prudenzi, centrocampista, è un po' il poster di riferimento di una rivoluzione ideologica che ha aperto le porte della M8 a “reietti” e talenti bruciati. Una squadra senza preclusioni, che si affida a questi ragazzi che sono l'anima storica di una società “working progress”. Con lui Federico Montesi, centrocampista; Stefano Mengoni (centrocampista), Daniele Marceddu (terzino-ala); Filippo Paciotto (attaccante), Florand Troka (mezza punta); Andrea Scocchetti (difensore).
Per il “Ceo” Vittorio Montesi, questi sono un po' tutti figli suoi, al pari di quello vero (Federico). E con questi ragazzi, che amano la maglia che indossano, sta tentando di proiettare la Spoleto Bm8 nel futuro, qualunque esso sia, nell'allestimento di un ciclo che abbia qualcosa di nuovo e altisonante (Tomassoni su tutti), eppure d'antico: loro appunto. Qualcosa l'ha già detto il campo in queste ultime sei partite, con 5 vittorie ed un pari. Ma non fermarsi, a questo punto, per la Raggi's band è un imperativo categorico. Ad iniziare da domenica nello scontro casalingo d'alta quota contro il Cerqueto.
Il destino, nel caso di Montesi, è stato tutt'altro che canaglia. Marco Sivori, memoria storica della società, riassume così il percorso che ha fatto questo gruppo di dirigenti che sono diventati amici, e non per caso, perché credono tutti nello stesso progetto.
“Da acerrimi “nemici”, la crescente crisi dovuta alla mancanza di dirigenti e forza lavoro per la M8 e di risorse economiche per l'Atletico Spoleto, fecero si che nel 2014 ci mettessimo insieme, con una fusione che definirei “impropria” dato che abbiamo mantenuto il nome M8 per Marco e Tommaso Montioni - ricorda Sivori -. La cosa ci è dispiaciuta un po', dato che nessuno ricorda più l'Atletico Spoleto. Ma, senza l'Atletico, ora non esisterebbe più neppure la BM8 perché entrambe saremmo sparite nel 2014”.
A VOI – Matteo Prudenzi, centrocampista, è un po' il poster di riferimento di una rivoluzione ideologica che ha aperto le porte della M8 a “reietti” e talenti bruciati. Una squadra senza preclusioni, che si affida a questi ragazzi che sono l'anima storica di una società “working progress”. Con lui Federico Montesi, centrocampista; Stefano Mengoni (centrocampista), Daniele Marceddu (terzino-ala); Filippo Paciotto (attaccante), Florand Troka (mezza punta); Andrea Scocchetti (difensore).
Per il “Ceo” Vittorio Montesi, questi sono un po' tutti figli suoi, al pari di quello vero (Federico). E con questi ragazzi, che amano la maglia che indossano, sta tentando di proiettare la Spoleto Bm8 nel futuro, qualunque esso sia, nell'allestimento di un ciclo che abbia qualcosa di nuovo e altisonante (Tomassoni su tutti), eppure d'antico: loro appunto. Qualcosa l'ha già detto il campo in queste ultime sei partite, con 5 vittorie ed un pari. Ma non fermarsi, a questo punto, per la Raggi's band è un imperativo categorico. Ad iniziare da domenica nello scontro casalingo d'alta quota contro il Cerqueto.
Fonte: Renzo Berti

Tommaso 09-02-2022
difetti
Un solo grande difetto. E' juventino